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SANT’ANNA TODAY

Elisabetta Salvatori per Sant’Anna Today

Elisabetta Salvatori per Sant’Anna Today - 8 aprile 2020


Diverse volte mi è capitato di sentire paragonare questo periodo a quello della guerra. Io quando penso alla guerra penso a Sant’Anna di Stazzema perché è la pagina più dolorosa della nostra storia versiliese e penso ai fili che legano questo periodo a quello. Il primo è il periodo: quando accadde a Sant’Anna era estate, il periodo più bello dell’anno, della spensieratezza e così la primavera, quella che stiamo vivendo noi che ce la stiamo vivendo in casa e chi è fortunato e c’ha un balcone o un giardino è ancora meglio, però non riusciamo a farci una corsa fuori, insomma non ce la stiamo vivendo. Fra un po’ si avvicinano le feste di Pasqua, la prossima settimana, da lunedì siamo nella settimana santa e anche la strage di Sant’Anna fu preceduta proprio dalla festa di Sant’Anna, la strage accadde il 12, la festa il 26 di luglio. E penso a quelle mamme che allora si organizzavano per cercare di non far pesare ai bimbi quello che stava succedendo. Per distrarli, avevano poco da mangiare ma tiravano fuori la fantasia per organizzarsi e fare in modo che sulla tavola ci fosse sempre qualcosa e noi per fortuna, quel problema lì grosso così non tutti ce lo abbiamo, però ecco ugualmente ci organizziamo con i bimbi per non farli pesare tanto, perché sia un po’ tutto un gioco, come facevano allora. Allora c’era un nemico identificabile, il nemico che abbiamo adesso non è identificabile e è anche un nemico che probabilmente non ci offende anche se porta via e si porta via in maniera brutta perché le persone che se vanno non possiamo neanche salutarle, non possiamo neanche farli il funerale. Però quello che è diverso, quello che credo ci cambierà, è che quando tutto questo sarà finito e i morti veramente sono già tantissimi e saranno ancora di più come una guerra, non avremo probabilmente quel sentimento di odio verso qualcuno da dover perdonare o doverci pacificare, avremo probabilmente invece un senso di amorevolezza più grande verso tutti io credo che ci cambierà e ci cambierà perché ci fa sentire estremamente fragili e vulnerabili e non verso appunto un nemico identificabile ma verso qualcosa che non è umano e quindi ci farà invece sentire di più, credo e spero, l’importanza di essere comunità. In questi giorni abbiamo sentito gente che canta dai balconi, che applaude e che tante volte canta qualcosa che ha a che fare proprio con la nostra nazione dall’”Inno” a “Viva l’Italia” di De Gregori, cose che proprio ci accomunano come dire:”Siamo noi, succede da tutte le parti ma intanto qui siamo noi e ci facciamo forza, con un applauso”. Ecco, io credo che questo non ce lo scrolleremo poi di dosso, penso che ci rimarrà addosso e che ci farà anche bene. Vi ringrazio, ciao, arrivederci.



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